La città e il verde

Il tema del rapporto tra insediamenti urbani e spazi verdi è forse una delle questioni più affrontate e discusse da architetti, urbanisti, paesaggisti e isti di ogni genere.

Molto ha anche detto in proposito Le Corbusier, relegando però il verde ad un"vassoio", come più volte ironicamente affermato dalla critica, sul quale gli edifici, completamente staccati dal suolo e ad essi collegati solo tramite esili pilastri, senza stabilir,quindi, relazioni convincenti con tutto ciò che edificio non è.

Le conseguenze di queste impostazioni sono sotto i nostri occhi ogni qualvolta analizziamo o semplicemente attraversiamo le nostre periferie, in gran parte figlie bastarde del funzionalismo e dei principi lecorbuseriani, dico bastarde perchè hanno comunque banalizzato e travisato, spinte da pressioni speculative, i principi dell'architetto svizzero, per molti versi interessanti.

Il panorama ricorrente è infatti dato da edifici, residenze, uffici a volte anche di buona qualità ma che non offrono una significativa relazione con il loro luogo, gli spazi verdi sembrano di puro abbellimento, quando non sono abbondonati, caratterizzando la scarsa attenzione e qualità progettuale che si è posta su questi spazi. 

Le moderne ricerche urbanistiche, vedi le sperimentazioni effettuate in alcune città minori dell'Olanda, hanno provato a superare questi problemi, introducendo concetti come progetto integrato di architettura, verde e percorsi, di urbanistica organica, ecc, ribaltando il problema, non considerando cioè il verde ciò che rimane ma partendo proprio da esso. La città diventa quindi un parco da attraversare, dove le auto sono in subordine o assenti, dove passo da un punto all'altro della città senza abbandonare mai la visione di spazi rilassanti e ecologicamente sostenibili. Siamo in Olanda naturalmente.